Ultimo Aggiornamento 1 Aprile 2025
L’Avv. Gabriele Chiarini ha conseguito un risarcimento di Euro 930.000,00, con transazione in corso di causa, per i danni riportati dai congiunti di un paziente deceduto a seguito di infezione da Pseudomonas Aeruginosa contratta in ospedale. Questo importante risultato sottolinea la gravità delle infezioni nosocomiali e la responsabilità delle strutture sanitarie nella prevenzione di queste complicanze.
Il caso riguarda il Signor Lucio (nome di fantasia, per ragioni di privacy), un paziente settantenne sottoposto nel 2004 ad intervento di sostituzione valvolare aortica presso un ospedale pubblico abruzzese. Nell’immediato periodo post-operatorio è emerso che, a causa di gravi carenze nelle procedure di asepsi in ambiente cardiochirurgico, il paziente aveva contratto un’infezione da Pseudomonas Aeruginosa, un batterio particolarmente aggressivo e resistente agli antibiotici, che ha portato a complicazioni fatali.
Questa vicenda rappresenta un esempio emblematico di come le infezioni ospedaliere, eventi prevedibili e spesso evitabili, possano trasformarsi in tragedie quando le strutture sanitarie non adottano adeguate misure preventive. Il risarcimento ottenuto evidenzia la possibilità di ottenere giustizia per i danni subiti a causa di negligenze in ambito sanitario.
INDICE SOMMARIO
- § 1. Cos’è l’infezione da Pseudomonas Aeruginosa?
- § 2. Principali caratteristiche dell’infezione da Pseudomonas in ambito ospedaliero
- § 3. Il caso clinico: quando la carenza nelle procedure di asepsi causa un’infezione letale
- § 4. Responsabilità dell’ospedale nelle infezioni da Pseudomonas
- § 5. Come è stato ottenuto il risarcimento per infezione ospedaliera
- § 6. Hai subito un’infezione da Pseudomonas in ospedale? Ecco cosa puoi fare
§ 1. Cos’è l’infezione da Pseudomonas Aeruginosa?
Lo Pseudomonas Aeruginosa è un batterio – generalmente responsabile di infezioni nosocomiali dovute ad erronee procedure di sterilizzazione – ad alta capacità invasiva, produttore di sostanze extracellulari tossiche e multiresistente.
Si caratterizza per:
- Alta capacità invasiva: penetra facilmente nei tessuti danneggiati
- Produzione di sostanze extracellulari tossiche che danneggiano i tessuti
- Multiresistenza agli antibiotici: resistente alla maggior parte degli antibiotici comuni
- Elevato adattamento ambientale: sopravvive persino nei disinfettanti e in acqua distillata
L’infezione da Pseudomonas Aeruginosa si manifesta principalmente in persone con sistema immunitario compromesso o in seguito a procedure mediche invasive. Una volta contratta, questa infezione può essere estremamente difficile da trattare proprio a causa della multiresistenza agli antibiotici che caratterizza questo patogeno.
§ 2. Principali caratteristiche dell’infezione da Pseudomonas in ambito ospedaliero
Il microrganismo Pseudomonas Aeruginosa, proprio perché multi-resistente agli antibiotici, rappresenta un serio rischio per la salute in ambienti ospedalieri. Questo patogeno opportunista è particolarmente pericoloso nelle strutture sanitarie dove provoca sovente:
- Infezioni delle vie urinarie, specialmente nei pazienti cateterizzati
- Infezioni delle ustioni e delle ferite chirurgiche
- Ulcere corneali e cheratiti in pazienti immunodepressi
- Setticemie, che possono degenerare in shock settico
- Gastroenteriti, particolarmente in pazienti pediatrici
- Ascessi in diversi distretti corporei
- Broncopolmoniti e meningiti, con alta mortalità
Lo Pseudomonas Aeruginosa è frequentemente riscontrato in caso di infezioni nosocomiali post-operatorie (specialmente in cardiochirurgia), solitamente a motivo di una falla nelle procedure di asepsi che, in ambiente cardiochirurgico, dovrebbero invece essere estremamente accurate, per la gravità delle complicanze cui possono dar luogo.
Le infezioni da Pseudomonas in ospedale sono particolarmente insidiose perché:
- Si diffondono rapidamente attraverso dispositivi medici contaminati, come ventilatori, cateteri e strumenti chirurgici
- Possono colonizzare le apparecchiature idrauliche degli ospedali (lavandini, docce, tubazioni)
- Sono trasmissibili da un paziente all’altro attraverso le mani del personale sanitario
- Resistono a molti dei disinfettanti comunemente utilizzati
- Formano biofilm che proteggono il batterio dall’azione degli antibiotici
Come noto, le infezioni ospedaliere rappresentano eventi del tutto prevedibili e molto spesso evitabili, in quanto si tratta di una delle complicanze più spesso osservate in pazienti sottoposti ad intervento chirurgico o a procedure diagnostiche invasive. Per tale motivo, risulta mandatoria la massima attenzione preventiva da parte delle strutture sanitarie.
§ 3. Il caso clinico: quando la carenza nelle procedure di asepsi causa un’infezione letale
Il caso del Signor Lucio rappresenta un esempio drammatico di come le carenze nelle procedure di asepsi possano avere conseguenze fatali. Il paziente settantenne era stato sottoposto nel 2004 ad un intervento di sostituzione valvolare aortica presso un ospedale pubblico abruzzese, un’operazione cardiochirurgica delicata ma di routine.
Nell’immediato periodo post-operatorio era emerso che il paziente – per una grave carenza nelle procedure di asepsi in ambiente cardiochirurgico – era stato infettato dal batterio Pseudomonas Aeruginosa. L’infezione, inizialmente localizzata nell’area dell’intervento, si era rapidamente diffusa compromettendo irreversibilmente la funzionalità della valvola appena impiantata.
Successivamente, Lucio era stato lungamente sottoposto a cure sia presso il già citato ospedale abruzzese, sia presso altra struttura pubblica marchigiana. Le terapie praticate, ad ogni modo, si erano rivelate largamente inefficienti, atteso che ci si era limitati a somministrare in varia guisa antibiotici che, lungi dal risolvere l’infezione, non avevano sortito altro effetto se non quello di indebolire ulteriormente le difese immunitarie del paziente, mentre sarebbe stato necessario praticare il prima possibile un intervento chirurgico di risostituzione della valvola protesica.
Da ultimo, il Signor Lucio era stato, tardivamente ed ormai inutilmente, sottoposto presso una clinica privata romana all’intervento di sostituzione della protesi valvolare, quando l’unica soluzione a quel punto praticabile sarebbe stata quella di un trapianto combinato di cuore e rene. Le complicazioni derivanti dall’infezione da Pseudomonas, ormai diffusa e resistente alle terapie, ne hanno provocato il decesso.
Questo caso evidenzia come l’infezione da Pseudomonas in ambiente ospedaliero possa trasformare un intervento di routine in una tragedia, soprattutto quando:
- Le procedure di sterilizzazione e asepsi non vengono rispettate rigorosamente
- L’approccio terapeutico all’infezione non è tempestivo e mirato
- L’intervento risolutivo, in questo caso la sostituzione della valvola infetta, viene eccessivamente ritardato
La prevenzione delle infezioni legate all’assistenza sanitaria è un obbligo imprescindibile, particolarmente in caso di soggetti suscettibili per qualsiasi motivo alle infezioni, come i pazienti sottoposti a interventi cardiochirurgici.
§ 4. Responsabilità dell’ospedale nelle infezioni da Pseudomonas
Sotto il profilo giuridico-legale, la responsabilità delle strutture sanitarie in caso di infezioni nosocomiali come quelle da Pseudomonas Aeruginosa si fonda principalmente sul rapporto contrattuale che si instaura tra il paziente e l’ospedale al momento del ricovero.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6386 del 2023, ha ribadito questo principio, sancendo che l’ospedale è contrattualmente responsabile per i danni derivanti da infezioni ospedaliere qualora non dimostri di aver adottato tutte le misure idonee a prevenire il danno, ovvero di aver rispettato le leges artis nella gestione del rischio infettivo.
La responsabilità della struttura sanitaria, ai sensi degli articoli 1218 e 1228 del Codice Civile, si configura per inadempimento delle obbligazioni assunte, che includono:
- La corretta esecuzione della prestazione sanitaria principale
- L’obbligo di protezione e sicurezza del paziente
- La prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza (ICA)
Queste infezioni sono considerate eventi prevedibili ed evitabili attraverso l’adozione di adeguate procedure di sterilizzazione, disinfezione, igiene degli ambienti e delle attrezzature, e formazione del personale sanitario.La sentenza della Cassazione del 2023 ha inoltre chiarito l’onere della prova in questi casi. Sebbene il paziente debba allegare l’inadempimento e provare e il nesso causale con il danno, ovvero l’insorgenza dell’infezione durante il ricovero, spetta poi alla struttura sanitaria dimostrare di aver diligentemente adempiuto alla propria obbligazione di sicurezza, provando di aver adottato tutte le misure preventive necessarie e di aver rispettato gli standard di cura.
§ 4.1 Onere della prova e tutela del paziente
La sentenza della Cassazione del 2023 ha chiarito l’onere della prova in questi casi:
- Il paziente deve allegare l’inadempimento e il nesso causale con il danno (l’insorgenza dell’infezione durante il ricovero)
- Spetta alla struttura sanitaria dimostrare di aver diligentemente adempiuto alla propria obbligazione di sicurezza
Le più recenti revisioni critiche delle misure preventive evidenziano il ruolo centrale della sterilità degli operatori e delle strumentazioni durante l’assistenza al malato. L’infezione non è più vista come un mero rischio intrinseco all’ospedalizzazione, ma come la potenziale conseguenza di una scorretta o scadente qualità nelle procedure medico-sanitarie.
Nonostante interventi normativi come la Circolare Ministeriale n. 52/1985, che istituiva i Comitati per la Lotta alle Infezioni Ospedaliere (C.I.O.), il sistema italiano è ancora alla ricerca di una strategia omogenea ed efficace per il contrasto delle infezioni. La responsabilità si può estendere a ogni operatore sanitario, quale garante della corretta applicazione delle procedure.
In conclusione, la responsabilità dell’ospedale per infezioni da Pseudomonas si radica nel mancato rispetto degli obblighi contrattuali di diligenza e sicurezza, con un onere probatorio a carico della struttura sanitaria. La giurisprudenza più recente rafforza la tutela dei pazienti, ponendo l’accento sulla prevenzione come elemento imprescindibile della qualità dell’assistenza sanitaria.
§ 5. Come è stato ottenuto il risarcimento per infezione ospedaliera
Nel caso del Signor Lucio, l’azione legale per il risarcimento danni ha seguito un percorso efficace che ha portato a un risultato significativo per i familiari della vittima.

I congiunti del paziente deceduto a seguito dell’infezione da Pseudomonas hanno deciso di intraprendere un’azione legale contro la struttura sanitaria, avvalendosi dell’assistenza dello Studio Legale Chiarini, focalizzato su casi di malasanità. Il procedimento è stato avviato con l’obiettivo di ottenere un risarcimento per il danno biologico terminale subito dal paziente, il danno da perdita del rapporto parentale per i familiari e il danno patrimoniale conseguente al decesso.
Un passaggio fondamentale è stato la raccolta completa della documentazione sanitaria, compresa la cartella clinica dell’intervento di sostituzione valvolare aortica, i referti degli esami microbiologici che hanno identificato il batterio Pseudomonas Aeruginosa, i documenti relativi ai successivi trattamenti nelle diverse strutture sanitarie e le evidenze delle carenze nelle procedure di asepsi.
La strategia adottata ha permesso di dimostrare il nesso causale tra l’infezione ospedaliera e le carenze nelle procedure di sterilizzazione, l’inadeguatezza delle cure successive che avrebbero potuto salvare la vita del paziente e la responsabilità della struttura sanitaria nel non aver adottato misure preventive adeguate.
Instaurato il giudizio civile per il risarcimento del danno da malasanità, è stato raggiunto – prima ancora di esperire una Consulenza Tecnica d’Ufficio – un accordo transattivo con le compagnie assicurative. Il risarcimento del danno sofferto dalla moglie e dai figli della vittima è stato liquidato complessivamente in misura prossima al milione di euro (930.000,00 euro).
Questo risultato sottolinea come, nei casi di infezione da Pseudomonas contratta in ospedale, sia possibile ottenere un risarcimento significativo quando si dimostra la responsabilità della struttura sanitaria nell’aver causato o non adeguatamente prevenuto l’infezione.
§ 6. Hai subito un’infezione da Pseudomonas in ospedale? Ecco cosa puoi fare
Se tu o un tuo familiare avete contratto un’infezione da Pseudomonas durante un ricovero ospedaliero, è importante sapere che non si tratta necessariamente di una complicanza inevitabile, ma di un evento che potrebbe essere stato causato da negligenze nelle procedure di sterilizzazione e prevenzione.
In caso di infezione da Pseudomonas Aeruginosa, è fondamentale agire tempestivamente:
- Richiedi e conserva tutta la documentazione medica relativa al ricovero, inclusi gli esami microbiologici che hanno identificato il batterio.
- Valuta l’adeguatezza delle cure ricevute: il trattamento dell’infezione da Pseudomonas non può limitarsi alla semplice somministrazione di antibiotici, soprattutto considerando la multiresistenza di questo patogeno.
- Rivolgiti a un avvocato specializzato in casi di malasanità,
- Rispetta i termini di prescrizione: l’azione per il risarcimento del danno deve essere intrapresa entro termini precisi, che un legale esperto saprà indicarti.
È importante sottolineare che le infezioni ospedaliere da Pseudomonas rappresentano eventi spesso prevenibili, e le strutture sanitarie hanno l’obbligo di garantire ambienti e procedure sterili. La giurisprudenza riconosce il diritto al risarcimento per i danni subiti a causa di infezioni nosocomiali quando queste sono riconducibili a carenze nelle procedure di prevenzione o a trattamenti inadeguati.
DOCUMENTI SCARICABILI
Per approfondire
- Pseudomonas Aeruginosa su PubMed
- Risarcimento di Euro 1.070.000,00 conseguito in un caso di Malasanità per Difetto d’Organizzazione
- Risarcimento di Euro 815.000,00 conseguito in un caso di Omessa Diagnosi di Infezione Correlata all’Assistenza
- Risarcimento di Euro 750.000,00 conseguito in un caso di Malasanità da Morte
- Risarcimento di Euro 510.000,00 conseguito in un caso di Malasanità in Oculistica
- Risarcimento di Euro 400.000,00 conseguito in un caso di Infezione Ospedaliera da Acinetobacter lwoffii e Micrococcus Species
- Risarcimento di Euro 300.000,00 conseguito in un caso di Malasanità a Rimini
- Risarcimento di Euro 100.000,00 conseguito in un caso di Malasanità a Lecce