Ultimo Aggiornamento 20 Maggio 2024
Il rischio clinico nella prognosi medica: come valutare e gestire l’incertezza
Che cosa si intende per prognosi in medicina?
Dal greco pro-gnosis (pro = prima / gnosis = conoscenza) conoscere prima / prevedere, la prognosi è la previsione dell’evoluzione della malattia, identificata attraverso la diagnosi.
Il medico, dunque, una volta diagnosticata la patologia da cui sia affetto il paziente, elabora la prognosi, che rappresenta un momento fondamentale dell’attività clinica.
La formulazione della prognosi richiede la conoscenza della natura e gravità dello stato morboso, e la valutazione di tutti i fattori che possono influenzarne il decorso. La prognosi non è mai un dato certo, ma esprime un giudizio soggetto all’errore, perciò si tratta di una questione rilevante anche nel dibattito sulla qualità e sulla sicurezza delle cure.
Approfondiamo l’argomento con la nostra Avv. Simona Zuccarini.
“MedMal WORDS | Le parole della responsabilità sanitaria” è un progetto divulgativo a cura di CHIARINI Studio Legale.
INDICE SOMMARIO
- § 1. La formulazione della prognosi e i fattori che la influenzano
- § 2. Tipologie di prognosi
- § 3. La prognosi come giudizio soggetto all’errore
- § 4. Le conseguenze cliniche di una prognosi errata
§ 1. La formulazione della prognosi e i fattori che la influenzano
Il medico, dunque, una volta diagnosticata la patologia da cui sia affetto il paziente, elabora la prognosi, che rappresenta un momento fondamentale dell’attività clinica.
La formulazione della prognosi richiede la conoscenza della natura e della gravità dello stato morboso e la valutazione di tutti gli elementi in grado di influenzarne il decorso, quali la costituzione individuale del malato, l’esistenza di tare organiche o funzionali negli antecedenti personali e familiari del paziente, il sesso, l’età, le abitudini di vita, lo stato fisiologico che attraversa (puerperio, pubertà, gravidanza, allattamento, ecc.).
Proprio perché condizionata da molteplici fattori, la prognosi non è mai un dato certo, ma esprime un giudizio, assai facilmente soggetto all’errore.
Durante il decorso della malattia la prognosi può modificarsi sulla base del miglioramento o peggioramento delle condizioni del paziente e della sua risposta alle terapie.
«Le parole più belle che uno possa desiderare di sentire non sono più “Ti amo“, ma “Non si preoccupi, è benigno!“.»
(Woody Allen)
§ 2. Tipologie di prognosi
Nella pratica clinica la prognosi può riferirsi ad una determinata lesione (quoad valetudinem), alla probabilità di sopravvivenza (quoad vitam) oppure alla possibilità di recupero della funzione turbata (quoad functionem).
A seconda della benignità o meno dell’esito del processo morboso, la prognosi è detta “fausta” (o “benigna”) oppure “infausta” (se si presume che la malattia abbia esito letale), mentre quando la prognosi non viene pronunciata, perché richiede ulteriore osservazione, si utilizza l’espressione “riservata”.
Serve aiuto per una prognosi sbagliata?
§ 3. La prognosi come giudizio soggetto all’errore
Il giudizio prognostico, per quanto soggetto ad ampio margine di errore sanitario, occupa un posto di assoluta predominanza nello svolgimento dell’opera del medico rispetto al malato e all’ambiente sociale e familiare che lo circonda.
Tra le cause di mortalità e morbilità prevenibili, oltre agli errori di terapia e diagnosi, vanno tenute in debita considerazione le prognosi sbagliate, in cui si incorre allorquando, pur in presenza di una diagnosi corretta, si scelgano interventi non appropriati per quella determinata condizione, che, di conseguenza, non danno gli esiti migliori.
In effetti, una volta individuata una malattia, bisognerebbe fare i conti con l’ampia variabilità nella risposta ad un determinato intervento. Per citare un esempio, in caso di sindrome coronarica acuta, si suggerisce l’immediata rivascolarizzazione delle coronarie; per molti pazienti, però, in particolare se anziani e fragili, il beneficio dell’intervento potrebbe non superare i rischi.
§ 4. Le conseguenze cliniche di una prognosi errata
La prognosi errata può comportare conseguenze cliniche importanti ed esporre il personale medico e la struttura sanitaria ad un addebito di responsabilità, con conseguente obbligo di risarcire il danno sofferto dal paziente.
Per favorire un sistema sanitario più efficace ed efficiente, anche la questione delle prognosi errate andrebbe inserita nel dibattito sulla qualità e sulla sicurezza delle cure, dibattito che è dominato invece dal tema degli errori di diagnosi e trattamento.
«La prognosi è la finestra della speranza attraverso la quale il medico guarda verso il futuro del paziente.»
(ChatGPT)