Causalità

La “causalità” esiste? – I fondamenti della responsabilità sanitaria

Ultimo Aggiornamento 20 Maggio 2024

Causalità e colpevolezza: esploriamo il legame di causa-effetto nella responsabilità professionale medica

Prima di addentrarci nel complesso ed articolato tema della causalità, cerchiamo di riepilogare alcuni concetti di base in materia di responsabilità sanitaria, che valgono – più in generale – per tutti i tipi di responsabilità civile.

La responsabilità civile ha tre elementi costitutivi:

  • la condotta colpevole,
  • il danno, e
  • il nesso causale tra la prima ed il secondo.

Leggi anche il nostro articolo su: Negligenza, imperizia, imprudenza

La colpa medica è una deviazione: una condotta umana è colpevole quando si allontana da una regola.
Questa regola è una regola giuridica, una norma: può essere una norma di legge oppure può essere una norma di fonte subordinata, ad esempio di natura regolamentare (come un ordine di servizio o un altro atto amministrativo).

Può essere, e nella maggioranza dei casi è, una norma di comune prudenza.

E che cos’è la comune prudenza? E’ un concetto astratto che rimanda alla condotta che avrebbe osservato nelle medesime circostanze in cui si è verificato il fatto illecito, il buon padre di famiglia, cioè l’uomo medio.

Quando però si tratta di fatto illecito commesso nel contesto di un’attività professionale o imprenditoriale, allora la normale prudenza ha uno standard più elevato, e rimanda alla condotta che avrebbe tenuto, nelle stesse condizioni, il professionista medio, che non è un professionista mediocre, ma un professionista bravo, aggiornato e competente.

Ora possiamo dunque scendere in medias res, cercando di delineare la mappa concettuale della “causalità” nel diritto, un termine spesso dibattuto ma raramente compreso fino in fondo.


INDICE SOMMARIO


§ 1. Il problema della causalità

Chiariti questi concetti, dobbiamo affrontare un tema complesso e spinoso: quello della nozione e dell’accertamento – anche se dovremo chiarire bene cosa si intende per “accertamento”– del nesso di causalità (che è il secondo elemento costitutivo del fatto illecito).

Cercheremo però, diversamente da quello che fanno in molti, di parlare del nesso causale, o nesso eziologico che dir si voglia, in modo chiaro e semplice, senza grandi giri di parole o artifizi retorici, anche perché buona parte dei dibattiti e dei contrasti che si hanno in tema di causalità nascono proprio dalla scarsa chiarezza con cui, nel mondo giuridico, si affrontano questi problemi.

Se si segue il metodo che impone la semplicità, la linearità dei concetti, non c’è nulla di cui spaventarsi in materia di causalità.

Quindi analizzeremo tre aspetti importanti:

  1. quali sono i concetti sbagliati di cui dobbiamo liberarci in materia di causalità;
  2. quali sono i veri problemi che pone la causalità;
  3. come la nostra giurisprudenza ha risolto questi problemi.

Allora, cominciamo.

§ 2. Esiste una definizione giuridica di “causalità”?

Innanzi tutto, noi giuristi ci dobbiamo chiedere: il concetto di causalità lo creiamo, oppure lo troviamo da qualche altra parte?

Voglio dire: esiste una “causalità giuridica”, come nozione descritta nei codici, nelle leggi? Oppure, siccome nella legge non c’è, ci dobbiamo guardare attorno e recepire il concetto di causalità da altre materie: ad esempio dagli storici o, in materia di responsabilità medica appunto, dai medici legali, o più in generale dalla cd. epistemologia, cioè da quella branca della filosofia che studia i processi conoscitivi.

Secondo alcuni, il concetto di causalità sarebbe stabilito dalla legge, e più precisamente dall’articolo 40 del codice penale.

Cosa dice questa norma? Leggiamola:

Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se l’evento dannoso o pericoloso, da cui dipende la esistenza del reato, non è conseguenza della sua azione od omissione.”

[Art. 40, comma 1, c.p. – “Rapporto di causalità”]

C’è una definizione di causalità in questa norma?
Direi di no!

In effetti questa norma non dice cosa è la causalità, dice: per punire il colpevole, l’evento deve essere causato dalla sua azione od omissione.
Questa norma non dice cosa è la causalità; la presuppone, la dà per scontata!

Problemi con la causalità nel diritto sanitario?

§ 3. La “causalità” esiste in natura?

Allora dobbiamo prendere atto che la nozione di causalità nella legge non c’è.

Quindi, visto che nella legge questa nozione non c’è, ci domandiamo: ma noi giuristi dobbiamo crearla? o la dobbiamo recepire da altre scienze? (la storia, la filosofia, la medicina legale, eccetera eccetera).

E prima ancora, ci dobbiamo chiedere: esiste per le altre branche del sapere una nozione di causalità?

Questo è uno dei temi più antichi, sui quali si discute da secoli e ancora oggi, nonostante gli sforzi di tutti i pensatori, il problema non può dirsi risolto: se la causalità esista davvero in natura, oppure si tratti solo di una creazione dell’intelletto umano.

L’uomo vede un fulmine e poi un albero incendiato: è il fulmine che ha causato il fuoco oppure è l’uomo che vede, che individua questa correlazione?

In linea di massima, per gli antichi prevaleva una concezione oggettiva di causalità, nel senso che si credeva che la causalità esistesse in natura.

Gli eventi, i fenomeni sarebbero effettivamente legati da una relazione di causa ed effetto, che esiste indipendentemente dalla nostra percezione o comprensione.

C’era qualche eccezione, a dire il vero. Ad esempio, il filosofo francese Nicola d’Autrecourt (1299-1369), nel XIII secolo sostenne che è solo l’osservazione dell’uomo che lo induce a stabilire i nessi di causa. Poi dovette abiurare questa affermazione per non finire al rogo, dal momento che nella teologia medievale la causa di tutto è Dio e quindi, se tu neghi che esista una concezione oggettiva di causa, stai negando l’esistenza stessa di Dio, e questo non piaceva molto all’Inquisizione…

Oggi, invece, tende a prevalere una concezione soggettiva della causalità, nel senso che – anche qui con qualche debita eccezione – si ritiene che la causalità non esiste in natura, ma è il risultato dell’osservazione umana, è una creazione dell’intelletto.

Non si può affermare una relazione meccanicistica causa-effetto, ma bisogna riconoscere che la causalità è il frutto di una valutazione dell’uomo, di una interpretazione fondata sulla propria esperienza e sulle proprie aspettative probabilistiche.

§ 4. Nel diritto, a cosa serve la “causalità”?

Allora, abbiamo visto che c’è un dibattito filosofico sulle concezioni della causalità (concezione oggettiva versus concezione soggettiva), che esisteva nel mondo antico e, in qualche misura, esiste ancora oggi.

Ma questo dibattito, a noi giuristi, deve interessare?
Decisamente no!

Liberiamoci da questo primo luogo comune: la filosofia della scienza ha il suo dibattito, ma la “causalità giuridica”, qui intesa come causalità nel diritto, serve a rispondere ad un’altra domanda.

Non ci serve per spiegare il modo in cui gli eventi sono collegati tra loro nel mondo.
Non ci serve per comprendere l’ordine causale e le relazioni tra i fenomeni.
No: ci serve per un’altra cosa!

Ci serve per la determinazione di una responsabilità, e per l’attribuzione delle sue conseguenze giuridiche.

Ci serve, in definitiva, per rispondere alla domanda: è stato lui o non è stato lui?
Questo illecito lo ha commesso davvero il presunto colpevole?
E quindi: ne deve pagare le conseguenze oppure no?

Allora, così impostato, il problema della causalità nel contesto giuridico da un lato si ridimensiona, perché non ci interessa più capire se è una causalità oggettiva o una causalità soggettiva; ma dall’altro lato diventa fondamentale, perché la causalità la dobbiamo creare noi giuristi, perché ci serve per stabilire se e quando c’è una responsabilità, e a chi bisogna attribuirne le relative conseguenze legali.

A questo punto, allora, il problema diventa: come dobbiamo fare per valutare, per “accertare” il legame di causa-effetto ai fini della responsabilità.

Ne parleremo meglio nei prossimi contributi… Iscriviti alla nostra newsletter per non perdere nessuno dei nuovi articoli!

La “causalità” esiste? | Episodio 5 – Guarda il video!

«Gli uomini superficiali credono nella fortuna. Gli uomini forti credono nella causa e nell’effetto

(Ralph Waldo Emerson)