FAQ | Domande Frequenti
Risposte chiare e dirette ai vostri dubbi sulla tutela della salute e dei diritti in ambito sanitario
FAQ su responsabilità medica e “malasanità”
Il termine “malasanità” deriva dal linguaggio giornalistico e viene utilizzato per descrivere eventi e circostanze che evidenziano carenze o disfunzioni all’interno del sistema sanitario. Originariamente adottata dai media per denunciare gli errori in ambito medico, questa espressione (obiettivamente poco elegante!) è oggigiorno impiegata per riferirsi a situazioni di cattiva gestione o negligenza nel settore della salute, che possono provocare danni ai pazienti.
PER APPROFONDIRE → Malasanità Risarcimento: tutto quello che c’è da sapere
In caso di sospetta malasanità, è consigliabile contattare un avvocato specializzato in responsabilità medica. Questo professionista ha la competenza necessaria per aiutarti a fare chiarezza e guidarti attraverso le complessità del caso, dalla raccolta dei documenti necessari (come la cartella clinica) fino alla rappresentanza legale davanti alle autorità competenti, assicurando una gestione accurata della tua istanza di giustizia.
PER APPROFONDIRE → Come Scegliere il proprio Avvocato per Malasanità
Per denunciare un caso di malasanità, l’interessato può procedere personalmente, in forma scritta oppure orale, senza bisogno di essere assistito da un avvocato specializzato. In caso di decesso, i familiari del paziente possono presentare la denuncia semplicemente recandosi in Procura della Repubblica o presso una stazione delle Forze dell’Ordine (come Carabinieri o Polizia), le quali redigeranno apposito verbale dopo aver ascoltato l’esposizione del fatto ritenuto reato.
PER APPROFONDIRE → Come (e se) fare una denuncia per malasanità
La responsabilità medica emerge quando esiste un nesso causale tra il danno alla salute del paziente e una azione o una omissione colposa del medico o della struttura sanitaria. La responsabilità in campo sanitario può essere di natura civile (con conseguente obbligo di risarcimento) o penale (con relative sanzioni). La normativa relativa alla responsabilità medica è stata significativamente aggiornata con l’introduzione della legge n. 24 dell’8 marzo 2017 (legge Gelli).
PER APPROFONDIRE → La Responsabilità Medica
La legge n. 24/2017, più conosciuta come legge Gelli o legge Gelli-Bianco, rappresenta una riforma nel campo della responsabilità sanitaria che mira a promuovere la sicurezza delle cure, cercando di bilanciare i diritti dei pazienti con la necessità che i medici possano esercitare la loro professione con serenità, senza l’ansia di possibili azioni legali, anche al fine di limitare il fenomeno della cd. medicina difensiva.
PER APPROFONDIRE → Cosa è cambiato con la legge Gelli
La medicina difensiva è una risposta all’aumento dei contenziosi legati alla malpractice medica. Questo tipo di pratica si verifica quando un medico prende decisioni orientate a prevenire possibili ripercussioni giuridiche piuttosto che a focalizzarsi sulle reali necessità del paziente, prescrivendo esami o accertamenti superflui (medicina difensiva attiva) oppure rifiutandosi di prendere in carico pazienti ad alto rischio (medicina difensiva omissiva).
PER APPROFONDIRE → Medicina difensiva: cosa significa
FAQ su responsabilità civile e risarcimento danni
Il diritto al risarcimento si fonda sulla clausola generale di cui all’art. 2043 del codice civile, norma cardine dell’intero sistema della responsabilità civile. In pratica, puoi chiedere un risarcimento danni quando hai sofferto ingiustamente un pregiudizio quale conseguenza diretta e immediata di un evento addebitabile alla condotta dolosa (cioè volontaria) o colposa (cioè negligente, imperita o imprudente) di qualcuno.
PER APPROFONDIRE → Art. 2043 c.c.
La colpa è la divergenza tra la condotta tenuta da un soggetto e lo standard del comportamento che l’ordinamento giuridico si aspettava da lui. Quindi un fatto si dice colposo quando è dovuto a negligenza (disattenzione, distrazione o più semplicemente sciatteria), imprudenza (tipica di chi si comporta in modo avventato o sconsiderato) o imperizia (mancanza di esperienza o di abilità).
PER APPROFONDIRE → Negligenza, imprudenza, imperizia
In ambito di responsabilità civile, solitamente il danno subito dalla vittima è valutato da un medico legale, professionista specializzato nell’analizzare le implicazioni delle lesioni o dei danni alla salute. La valutazione del medico legale ha ad oggetto innanzitutto il danno non patrimoniale (biologico, morale, esistenziale), ma può estendersi anche al danno patrimoniale (congruità delle spese mediche, perdite reddituali derivanti dalla diminuzione della capacità lavorativa).
PER APPROFONDIRE → Medico Legale: chi è, cosa fa
Per il danno patrimoniale, che comprende il danno emergente (perdita diretta) e il lucro cessante (mancato guadagno), si calcola l’effettiva diminuzione del patrimonio. Per il danno non patrimoniale, che include la componente biologica (danno alla salute), morale (sofferenza) ed esistenziale (peggioramento della qualità di vita), si calcola l’equivalente dovuto in base alle tabelle di Milano, che forniscono criteri uniformi per la quantificazione del risarcimento.
PER APPROFONDIRE → Il danno non patrimoniale e il suo risarcimento
Il risarcimento danni spetta a chiunque subisca un danno ingiusto in conseguenza di una condotta colpevole. La prima persona che può chiedere il risarcimento è naturalmente la vittima primaria, ma se questa decede a causa del fatto illecito (ad esempio per un incidente stradale, un errore sanitario o un infortunio sul lavoro), i suoi congiunti hanno diritto al risarcimento del danno per la perdita del rapporto parentale con il proprio caro.
PER APPROFONDIRE → Calcolo del danno da perdita parentale
La questione è molto complessa! In linea generale, il termine ordinario di prescrizione dei diritti è di 10 anni (questo vale per la responsabilità contrattuale), ma esistono anche termini più brevi (ad esempio, 5 anni in ambito di responsabilità extracontrattuale; 2 anni in ambito di sinistri stradali). Se c’è un reato, si può invocare la prescrizione più lunga stabilita dalla legge penale e, in ogni caso, la prescrizione può sempre essere interrotta con una semplice diffida.
PER APPROFONDIRE → Quali sono i tempi a disposizione per chiedere un risarcimento
FAQ su rischio clinico e sicurezza delle cure
Secondo una nota definizione fornita dall’Institute of Medicine statunitense, il rischio clinico consiste nella probabilità che un paziente subisca un evento avverso a seguito delle cure mediche ricevute, cioè riporti un qualsiasi tipo di danno o disagio che determini il prolungamento della degenza ospedaliera, la necessità di somministrare terapie aggiuntive, il peggioramento delle condizioni di salute o, nei casi più gravi, il decesso del paziente.
PER APPROFONDIRE → Rischio Clinico
Un evento avverso è un danno non volontario causato da un trattamento o una procedura sanitaria non corretta. Questo genere di eventi può derivare da azioni compiute oppure da omissioni, ma in ogni caso determina spesso la necessità di monitorare attentamente il paziente, di trattenerlo più a lungo in ospedale o di introdurre nuove terapie per la sua cura. Nei casi più gravi può portare anche alla morte del paziente.
PER APPROFONDIRE → Evento avverso
La gestione del rischio clinico in ambito sanitario (clinical risk management) comprende una serie di strategie volte a migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e a garantire la sicurezza dei pazienti, imparando dagli errori per prevenire futuri incidenti. Questo approccio integrato favorisce una pratica clinica più attenta, contribuisce a ridurre i costi delle prestazioni e promuove l’allocazione di risorse verso lo sviluppo di strutture sanitarie sicure ed efficienti.
PER APPROFONDIRE → Rischio clinico e sicurezza del paziente
Un errore medico si verifica quando un operatore sanitario tiene una condotta diversa da quella che avrebbe dovuto tenere, compiendo azioni non conformi oppure omettendo interventi ritenuti necessari in base alle regole applicabili alla fattispecie. Queste regole di condotta sono generalmente delineate dalle linee guida ufficiali approvate dalle società scientifiche o, in loro assenza, dalle buone pratiche clinico-assistenziali riconosciute dalla comunità medica.
PER APPROFONDIRE → Errore Medico: cosa fare per ottenere il risarcimento dei danni?
La sicurezza delle cure, che si realizza anche attraverso la gestione del rischio clinico e l’utilizzo appropriato delle risorse, deve essere garantita da tutto il personale della struttura sanitaria, inclusi i liberi professionisti che ivi operano in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. Questo principio è espressamente stabilito dall’articolo 1 della legge Gelli.
PER APPROFONDIRE → Cosa è cambiato con la legge Gelli? Tratti caratteristici della “nuova” responsabilità sanitaria
Ad oggi, il Ministero della Salute, in collaborazione con la Conferenza delle regioni e delle province autonome, ha prodotto 19 raccomandazioni ministeriali sulla sicurezza delle cure. Queste sono finalizzate alla prevenzione degli eventi avversi, in particolare degli eventi sentinella, che sono quegli accadimenti di particolare gravità che possono comportare morte o grave danno al paziente.
PER APPROFONDIRE → Le Raccomandazioni del Ministero della Salute
FAQ su lavoro in sanità
In caso di violazione degli obblighi dell’operatore sanitario dipendente dal Servizio Sanitario Nazionale, possono essergli applicate sanzioni che variano in base alla gravità dell’infrazione commessa: dal rimprovero (verbale o scritto), alla multa (fino a 4 ore di retribuzione), alla sospensione dal servizio senza retribuzione (massimo per 6 mesi), fino al licenziamento (con o senza preavviso).
PER APPROFONDIRE → Diritto del lavoro in sanità
Si può parlare di demansionamento quando il dirigente medico viene costretto, per un periodo significativo e senza giustificazione, a una sostanziale inattività o ad assegnazioni incompatibili con il suo profilo professionale, specialmente se queste azioni hanno finalità vessatorie. Benché le scelte organizzative dell’azienda sanitaria siano generalmente insindacabili, queste non possono violare i principi di correttezza e buona fede, quindi in tali circostanze il dirigente medico può avere diritto ad un risarcimento danni.
PER APPROFONDIRE → Il demansionamento del dirigente medico chirurgo
Sì, il personale medico ha diritto al risarcimento dei danni derivanti da “superlavoro” quando abbia subito gravi conseguenze alla salute (come ad esempio un infarto) a causa dei ritmi di lavoro intollerabili, magari protratti per anni. Il medico deve dimostrare la nocività dell’ambiente di lavoro e il nesso causale tra questo e il danno alla salute. Spetterà poi all’azienda sanitaria provare di aver fatto tutto il possibile per prevenire il danno, adottando misure di sicurezza adeguate.
PER APPROFONDIRE → Il risarcimento dei danni alla salute da “superlavoro” del dirigente medico
Se ritiene di essere vittima di demansionamento, l’infermiere deve documentare di essere stato adibito a mansioni deteriori o comunque non corrispondenti all’inquadramento contrattuale, nel qual caso può citare in giudizio l’ente di appartenenza per chiedere di essere assegnato a mansioni coerenti col suo profilo, oltre al risarcimento danni all’immagine professionale e alla dignità morale. Non si tratta quindi di un reato, per il quale denunciare il datore di lavoro, ma di una azione civile da promuovere tramite un avvocato specializzato in diritto del lavoro in sanità.
PER APPROFONDIRE → Il demansionamento degli infermieri
I dirigenti medici possono monetizzare le ferie non godute solo al termine del loro rapporto di lavoro e sotto specifiche condizioni dettate dalla contrattazione collettiva e dalla giurisprudenza. In base alla giurisprudenza dell’Unione Europea, le norme italiane che impediscono ai dipendenti pubblici di ottenere un’indennità sostitutiva per le ferie non godute sono contrarie al diritto dell’Unione, pertanto esse vanno pagate, salvo il caso in cui sia stato proprio il dipendente a non voler andare in ferie, nonostante il datore di lavoro lo avesse messo in condizione di farlo.
PER APPROFONDIRE → La monetizzazione delle ferie non godute del dirigente medico
L’incarico di direzione di una struttura complessa nel settore sanitario viene conferito attraverso una procedura non concorsuale, che tuttavia deve essere rispettosa dei criteri di buona fede e correttezza nella scelta. Secondo la normativa e la contrattazione collettiva vigente, la prima selezione dei candidati è effettuata da una commissione composta dal direttore sanitario dell’azienda e da tre direttori di strutture complesse. Tra i candidati idonei così selezionati, il direttore generale sceglie il dirigente a cui affidare materialmente l’incarico.
PER APPROFONDIRE → Il conferimento dell’incarico di direzione di una struttura complessa
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