ANAMNESI - MedMal Words - Avv. Claudia Chiarini

Anamnesi: significato, tipologie e implicazioni nella responsabilità medica

Ultimo Aggiornamento 9 Aprile 2025

L’anamnesi – o anamnèsi – è il primo e fondamentale passo nel processo diagnostico medico, quello che permette al professionista sanitario di identificare la condizione patologica che affligge il paziente. Si tratta della raccolta e dell’attenta analisi dei disturbi denunciati dal paziente o dai suoi familiari, con l’obiettivo di ottenere tutte le informazioni necessarie per una diagnosi corretta e un trattamento adeguato.

L’anamnesi non è semplicemente un questionario da compilare, ma un vero e proprio atto medico che richiede competenza, attenzione e capacità critica. Un’anamnesi approssimativa, frettolosa o incompleta può rappresentare l’inizio di un percorso diagnostico errato, con conseguenze potenzialmente gravi sia per il paziente che per il medico in termini di responsabilità sanitaria.

Ce ne parla l’Avv. Claudia Chiarini.

§ 1. Che cos’è l’anamnesi: significato e definizione in medicina

L’anamnesi rappresenta un elemento fondamentale nella pratica medica, tanto da essere considerata la pietra angolare di ogni diagnosi accurata. Prima di analizzare come si svolge questo processo e quale sia la sua struttura, è importante comprenderne il significato profondo, l’origine e capire perché riveste un ruolo così cruciale nel rapporto tra medico e paziente.

§ 1.1 Etimologia e origine del termine

Anàmnesi o anamnèsi? Entrambe le pronunce sono corrette. Noi, come la maggior parte delle persone, preferiamo dire anàmnesi, alla greca, con una pronuncia simile a quella che probabilmente usava il filosofo Platone, il quale a ben vedere è stato il primo a capire che la conoscenza si fonda sulla memoria.

Il termine deriva dal greco “ἀνά-μνησις” (ana-mnesis) che letteralmente significa “reminiscenza” o “ricordo”. Ed è proprio sul ricordo, sulla memoria del paziente, che si basa questa fondamentale fase del percorso diagnostico.

§ 1.2 L’importanza dell’anamnesi nel processo diagnostico

L’anamnesi rappresenta il primo dei tre passi fondamentali che portano all’identificazione di uno stato morboso non ancora specificato. Gli altri due sono l’esame obiettivo del paziente e gli eventuali esami strumentali, di cui parleremo in altri approfondimenti.

In sostanza, l’anamnesi è la “storia clinica” del paziente, un racconto strutturato che deve trasferire al medico tutte le informazioni utili a farsi aiutare. Insieme all’esame obiettivo del malato, è di fondamentale ausilio nella formulazione della diagnosi poiché ricostruisce le modalità di insorgenza e il decorso della patologia in atto.

Talvolta, una storia clinica ben raccolta è sufficiente per una diagnosi definitiva; altre volte, invece, porta a conclusioni preliminari che indirizzano verso specifici esami di approfondimento. In ogni caso, è sempre il punto di partenza imprescindibile per qualsiasi percorso diagnostico serio.

§ 1.3 Chi effettua l’anamnesi e quando

In genere, l’anamnesi spetta a un medico, che ha la competenza per raccogliere e analizzare criticamente le informazioni fornite. Tuttavia, in alcuni contesti, anche altri professionisti sanitari qualificati (come infermieri) possono raccogliere alcuni dati anamnestici, che saranno poi valutati dal medico.

Naturalmente se il paziente non può fornire personalmente le informazioni (ad esempio, perché è un bambino, è affetto da un disturbo psichiatrico, o è incosciente), altri lo faranno per lui: un familiare o un accompagnatore. In questo caso si parla di “eteroanamnesi“, termine che deriva dal greco “heteros” (ἕτερος), che significa “altro” o “diverso”.

§ 2. Tipi di anamnesi: la struttura completa della storia clinica

La raccolta della storia clinica di un paziente segue una struttura ben definita, che si articola in diverse fasi distinte ma interconnesse. Ogni fase contribuisce a costruire un quadro completo delle condizioni del paziente, delle sue predisposizioni e della situazione attuale. Vediamo in dettaglio come si articola questo processo e quali sono i diversi tipi di anamnesi.

§ 2.1 Raccolta delle generalità del paziente

Si parte dalle generalità e dai dati anagrafici del paziente: nome, età, sesso, stato civile, luogo di nascita e residenza. Questi dati, apparentemente semplici, possono già fornire informazioni rilevanti per la diagnosi, come nel caso di patologie legate all’età o a determinate aree geografiche. Questa fase preliminare rappresenta la base su cui si costruirà l’intero processo anamnestico.

§ 2.2 Anamnesi familiare: definizione ed esempi

L’anamnesi familiare indaga sulle eventuali malattie dei parenti più stretti (genitori, nonni, fratelli e sorelle), poiché molte patologie possono avere carattere ereditario o presentare una predisposizione familiare.

Questo tipo di anamnesi è particolarmente importante per condizioni come il diabete, l’obesità, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari, le patologie del sistema immunitario e molte altre affezioni che tendono a manifestarsi con maggiore frequenza all’interno dello stesso nucleo familiare. La conoscenza di fattori di rischio genetici o familiari può indirizzare il medico verso indagini mirate o programmi di prevenzione specifici.

§ 2.3 Anamnesi fisiologica: significato ed esempi pratici

Nell’anamnesi fisiologica si raccolgono informazioni sui fatti più importanti della vita del paziente, con particolare attenzione alle abitudini personali o lavorative.

Questa fase include domande sul processo di accrescimento somatico (dalla nascita all’età adulta), sull’ambiente quotidiano di vita e sulle abitudini personali. È importante sapere, ad esempio, se il paziente è fumatore, se consuma alcol, se svolge attività fisica regolare o se il suo lavoro lo espone a sostanze tossiche o condizioni particolari. Anche le informazioni relative all’alimentazione, al ritmo sonno-veglia e ad altre funzioni fisiologiche rientrano in questa categoria.

§ 2.4 Anamnesi patologica remota: definizione ed esempi

Si passa poi all’anamnesi patologica remota, che riguarda le malattie e i disturbi che hanno interessato il paziente in passato. Questa fase è importante perché la condizione attuale potrebbe essere in qualche modo legata a stati morbosi precedenti.

In questa fase, il medico indaga su malattie infantili, interventi chirurgici pregressi, traumi significativi e qualsiasi altra patologia rilevante del passato del paziente. Particolarmente importanti sono le informazioni relative a malattie che potrebbero recidivare o avere manifestazioni a distanza, come la tubercolosi, i tumori, l’epatite virale o altre patologie croniche.

§ 2.5 Anamnesi patologica prossima: definizione ed esempi

Infine si arriva all’anamnesi patologica prossima, che riguarda la situazione attuale e il motivo della consultazione medica. Qui si raccolgono informazioni dettagliate sui sintomi presenti: quando e come è iniziato il disturbo, come si sono evoluti i sintomi, dove è localizzato l’eventuale dolore, quale è la sua intensità, e così via.

Questa fase include anche domande sulle terapie già intraprese, sull’efficacia di eventuali farmaci assunti e su qualsiasi altro dettaglio che possa aiutare a comprendere la natura e la gravità del problema attuale. L’anamnesi patologica prossima costituisce spesso il focus principale dell’intera raccolta anamnestica, essendo direttamente collegata al motivo della consultazione medica.

L’assenza di un’anamnesi accurata ha causato danni?

Molti pazienti subiscono conseguenze perché i dati anamnestici non sono stati considerati adeguatamente. Una anamnesi incompleta o erronea può compromettere l’intero percorso diagnostico e terapeutico. Scopri se il tuo caso presenta profili di responsabilità medica.

§ 3. L’eteroanamnesi: quando la storia clinica è raccontata da altri

Non sempre il paziente è in grado di raccontare direttamente la propria storia clinica. In numerose circostanze, le informazioni devono essere raccolte da familiari, accompagnatori o caregiver. Questa modalità di raccolta delle informazioni, fondamentale in molti contesti medici, ha caratteristiche specifiche che meritano un’attenzione particolare.

L’eteroanamnesi diventa necessaria in diverse situazioni cliniche. Si ricorre a questa pratica quando il paziente è un bambino piccolo, un anziano con deficit cognitivi, una persona affetta da disturbi psichiatrici, o quando il paziente si trova in stato di incoscienza o comunque non è in grado di comunicare efficacemente.

In questi casi, il medico deve affidarsi alle informazioni fornite da terzi, valutandole con particolare attenzione e spirito critico. Chi fornisce le informazioni potrebbe infatti non conoscere tutti i dettagli rilevanti, interpretare erroneamente alcuni sintomi o omettere involontariamente elementi importanti.

L’accuratezza dell’eteroanamnesi dipende molto dal rapporto che l’informatore ha con il paziente: un genitore conosce probabilmente molto bene la storia del proprio figlio, mentre un accompagnatore occasionale potrebbe fornire solo informazioni parziali. Per questo motivo, quando possibile, è preferibile raccogliere dati da chi ha una conoscenza approfondita e continuativa del paziente.

La qualità dell’eteroanamnesi influisce significativamente sulla correttezza della diagnosi e, di conseguenza, sull’appropriatezza delle cure. Una raccolta incompleta o errata di informazioni in questa fase può portare a errori diagnostici con potenziali conseguenze serie sia per il paziente che in termini di responsabilità professionale per il medico.

§ 4. La corretta raccolta dell’anamnesi: un atto medico fondamentale

L’anamnesi non è soltanto la raccolta di dati, ma anche, e forse soprattutto, la loro analisi critica, finalizzata alla diagnosi e alla cura del paziente. Non si tratta di un semplice questionario da compilare meccanicamente, ma di un processo dinamico e interattivo che richiede competenza, esperienza e sensibilità clinica.

Per questo si tratta di un atto medico a tutti gli effetti, che richiede preparazione specifica e non può essere delegato completamente a chi non possiede le competenze necessarie per valutare criticamente le informazioni raccolte. Il medico deve saper interpretare ciò che il paziente riferisce, cogliere sfumature e contraddizioni, e formulare domande mirate per ottenere un quadro clinico completo.

Una raccolta anamnestica ben condotta presenta alcune caratteristiche fondamentali:

  • È sistematica, segue cioè uno schema logico che assicura la completezza della raccolta
  • È approfondita, esplora ogni aspetto rilevante senza tralasciare elementi potenzialmente significativi
  • È personalizzata, adattata cioè alle caratteristiche specifiche del paziente e della sua condizione
  • È empatica, condotta in un clima di ascolto e comprensione che favorisce la comunicazione
  • È critica, valuta costantemente la coerenza e l’attendibilità delle informazioni raccolte

La qualità dell’anamnesi può fare la differenza tra una diagnosi tempestiva e corretta e un errore diagnostico con conseguenze potenzialmente gravi. 

Come ci ricorda Platone, l’inizio è spesso la parte più importante di un’opera, e questo è particolarmente vero in medicina, dove la fase anamnestica rappresenta il fondamento su cui si costruisce l’intero processo diagnostico-terapeutico.

Guarda l’episodio di “MedMal WORDS | Le parole della responsabilità sanitaria” dedicato alla ANAMNESI!

§ 5. Errori comuni nella raccolta dell’anamnesi

Molti episodi di malpractice cominciano proprio con un’anamnesi approssimativa, frettolosa, incompleta o addirittura erronea. Gli errori più frequenti in questa fase includono:

  • Incompletezza: omissione di domande rilevanti o mancata esplorazione di aspetti significativi della storia clinica
  • Superficialità: raccolta meccanica di informazioni senza un’adeguata analisi critica
  • Mancata verifica: accettazione acritica di tutte le informazioni fornite dal paziente senza verificarne la coerenza
  • Errori di registrazione: trascrizione inesatta dei dati riferiti dal paziente nella documentazione clinica
  • Inadeguata comunicazione: uso di linguaggio troppo tecnico o mancanza di empatia che ostacola una comunicazione efficace
  • Sottovalutazione di sintomi: minimizzazione dell’importanza di elementi che potrebbero essere indicativi di patologie gravi

Questi errori possono derivare da diversi fattori: eccessivo carico di lavoro, stanchezza, distrazione, ma anche carenze formative o mancanza di esperienza clinica. Indipendentemente dalle cause, tali errori possono compromettere l’intero percorso diagnostico-terapeutico.

§ 5.1 Conseguenze giuridiche di un’anamnesi incompleta o errata

Dal punto di vista della responsabilità sanitaria, un’anamnesi inadeguata può rappresentare un elemento determinante nella valutazione dell’operato del professionista. La raccolta della storia clinica rappresenta infatti un momento fondamentale del rapporto medico-paziente e dell’iter diagnostico.

In caso di contenzioso, vengono generalmente valutati diversi aspetti dell’anamnesi:

  • Il tempo dedicato alla raccolta delle informazioni
  • La completezza delle domande in relazione ai sintomi presentati
  • L’approccio critico nella valutazione delle informazioni raccolte
  • L’adeguata documentazione della storia clinica nella cartella

Un’anamnesi inadeguata che conduce a una diagnosi tardiva o errata può rappresentare un elemento significativo nella valutazione della condotta professionale, con possibili conseguenze in termini di responsabilità.

§ 5.2 Situazioni critiche legate ad errori anamnestici

Nella pratica clinica, alcune situazioni richiedono particolare attenzione durante la raccolta anamnestica:

  • Raccolta di informazioni su allergie a farmaci, fondamentale prima di qualsiasi prescrizione terapeutica
  • Verifica delle terapie in corso, per evitare potenziali interazioni farmacologiche
  • Attenta valutazione dei sintomi presentati, evitando di catalogarli frettolosamente come manifestazioni di condizioni benigne
  • Accurata indagine sulla storia familiare in presenza di sintomi che potrebbero indicare patologie a carattere ereditario
  • Documentazione completa dell’anamnesi in cartella clinica, per garantire continuità assistenziale

La mancata o inadeguata considerazione di questi aspetti può determinare errori diagnostici e terapeutici, con potenziali conseguenze negative per la salute del paziente e possibili implicazioni in termini di responsabilità professionale per il sanitario, che potrebbe essere chiamato a rispondere legalmente del proprio operato.

La raccolta anamnestica rappresenta quindi non solo uno strumento diagnostico, ma anche un momento di centrale rilevanza professionale, la cui accuratezza può fare la differenza tra una pratica medica corretta e un caso di malasanità.

L’anamnesi è la memoria del corpo: dimenticarla è come curare al buio.

Platone, Menone (liberamente tratto da)