Morte per occlusione intestinale la sentenza su un caso di malasanità

Morte per occlusione intestinale: la sentenza su un caso di malasanità

Il trattamento di una banale occlusione intestinale si è trasformato in un lungo percorso di sofferenza e morte per il sig. Luciano (nome modificato, per ovvie ragioni di privacy), protagonista della drammatica storia che stiamo per raccontare. Una storia che rappresenta un triste esempio di come una patologia, il più delle volte gestibile con esito favorevole, possa evolvere negativamente per via di una serie di criticità assistenziali condite da errori diagnostici e chirurgici.

Dopo il decesso, i familiari del sig. Luciano hanno deciso di fare chiarezza. Per loro, all’esito di un complesso giudizio celebrato davanti al Tribunale di Cagliari, CHIARINI | Studio Legale è riuscito ad ottenere verità e giustizia, con il riconoscimento della responsabilità a carico della struttura sanitaria e, conseguentemente, di un risarcimento pari ad oltre 1 milione e 100mila euro.

Nell’articolo che segue, esamineremo in dettaglio la vicenda clinica del sig. Luciano, approfondendo le problematiche mediche che sono emerse, la loro correlazione causale con il decesso dell’uomo ed il percorso legale che ha condotto al raggiungimento di questo importante risultato giudiziario.

§ 1. L’occlusione intestinale: una patologia generalmente trattabile, ma potenzialmente grave

L’occlusione intestinale, nota anche come ileo o blocco intestinale, si verifica quando il passaggio del contenuto intestinale (cibi solidi, liquidi, secrezioni digestive e gas) viene interrotto. Questa condizione può interessare sia l’intestino tenue che il crasso, e può essere parziale o completa.

L’occlusione intestinale si distingue in due forme principali: meccanica e funzionale.

  • L’ileo meccanico è causato da un ostacolo fisico che blocca il passaggio del contenuto intestinale. Le cause di ileo meccanico variano a seconda della posizione dell’ostruzione e possono includere aderenze, ernie, tumori, volvoli (torsioni su sé stesso) e intussuscezioni (in cui un segmento dell’intestino scivola su un altro, a mo’ di telescopio).
  • L’ileo paralitico, invece, è causato da un malfunzionamento della muscolatura intestinale, che impedisce la normale peristalsi. Diverse condizioni possono portare all’ileo paralitico, tra cui squilibri elettrolitici, infezioni, interventi chirurgici addominali e l’uso di alcuni farmaci, come gli oppiacei.

§ 1.1 Occlusione intestinale: sintomi e diagnosi

L’occlusione intestinale si manifesta con una serie di sintomi, tra cui dolore addominale crampiforme, nausea, vomito, stitichezza e distensione addominale.

Se non trattata tempestivamente, l’occlusione intestinale può portare a gravi complicazioni, come necrosi intestinale, perforazione, peritonite, sepsi e shock, che possono mettere a rischio la vita del paziente. La diagnosi di occlusione intestinale si basa sull’esame obiettivo, l’anamnesi del paziente e indagini radiologiche, come la radiografia addominale, la TAC e l’ecografia.

§ 1.2 Occlusione intestinale: trattamento e prognosi

Il trattamento dell’occlusione intestinale varia a seconda della causa e della gravità della condizione.

Nei casi meno gravi, il trattamento può prevedere l’ospedalizzazione, la somministrazione di liquidi per via endovenosa, l’inserimento di un sondino naso-gastrico per la decompressione intestinale e la terapia antibiotica.

Nei casi più gravi, come l’occlusione completa o lo strangolamento intestinale, è necessario un intervento chirurgico per rimuovere l’ostruzione o la parte di intestino danneggiata. La chirurgia può prevedere la rimozione dell’ostruzione, la resezione intestinale, la creazione di una stomia (ileostomia o colostomia) o l’inserimento di uno stent intestinale.

La prognosi per i pazienti con occlusione intestinale dipende da diversi fattori, tra cui la causa dell’ostruzione, la tempestività della diagnosi e del trattamento, e la presenza di altre condizioni mediche.

In generale, gli episodi di occlusione intestinale non complicati hanno una buona prognosi, ma la condizione può essere fatale nei casi più gravi, soprattutto se il trattamento è ritardato.

§ 2. La vicenda clinica del sig. Luciano: l’occlusione intestinale e una sequela di eventi avversi

Nell’ottobre 2020, il sig. Luciano, 75enne affetto da ipertensione in buon compenso clinico, si recò al Pronto Soccorso dell’Ospedale Alfa (anche questo nome è alterato, per motivi di riservatezza), lamentando un dolore addominale diffuso. Venne ricoverato nel reparto di Chirurgia Generale con diagnosi di occlusione intestinale e rassicurazioni sulla possibilità di trattare chirurgicamente la situazione.

Nei mesi successivi, tuttavia, Luciano andò incontro a un calvario costituito da ben cinque interventi chirurgici.

Il primo intervento ebbe luogo all’inizio di novembre 2020. Durante la procedura, i medici riscontrarono un’ernia inguinale strozzata con un’ansa ileale ischemica e procedettero alla sua riduzione, oltre a liberare alcune aderenze.

Pochi giorni dopo, le condizioni del sig. Luciano peggiorarono: iniziò a presentare febbre, leucocitosi e tracce di materiale fecale nel drenaggio addominale. Un secondo intervento chirurgico rivelò una perforazione intestinale, e questo portò i medici a resecare il tratto di ileo necrotico e a creare un’anastomosi ileo-colica (cioè una ricostruzione chirurgica tra la parte terminale dell’ileo e il colon trasverso).

Nel dicembre, a causa di febbre persistente, leucocitosi e liquido libero in addome rilevato da una TAC, il sig. Luciano fu sottoposto a un terzo intervento. In questa occasione, venne diagnosticata una peritonite stercoracea derivante dalla deiscenza dell’anastomosi creata nell’intervento precedente. I chirurghi procedettero con una nuova resezione intestinale e con la creazione di una colostomia (una parte del colon viene connessa direttamente alla parete dell’addome, realizzando una apertura, detta appunto “stoma”, alla quale viene collegata una sacca destinata a raccogliere il contenuto fecale).

Ulteriori complicazioni, tra cui la fuoriuscita di materiale enterico dal drenaggio addominale e la formazione di un ascesso sottocutaneo, richiesero un quarto e poi ancora un quinto intervento chirurgico, eseguiti rispettivamente nel gennaio e febbraio dell’anno successivo, nel corso dei quali si dovette anche posizionare un cd. un tubo di Kehr, verosimilmente a fronte di una (non segnalata) lesione iatrogena della via biliare principale.

Dopo una lunga degenza, il sig. Luciano fu dimesso dall’Ospedale. Tuttavia, il suo percorso ospedaliero non si concluse: a causa di problemi di salute persistenti, fu ricoverato nuovamente in diverse occasioni presso un diverso Ospedale della stessa città, fino al suo decesso, avvenuto alcuni mesi dopo, nell’estate del 2021, con diagnosi di “Ittero ed epatocolangite, in paziente affetto da stenosi iatrogena della via biliare”.

Anche tu hai bisogno di supporto per un caso di morte da occlusione intestinale?

Se ti trovi in una situazione simile a quella descritta in questo articolo, ad esempio un caso di occlusione intestinale mal gestita, e credi che la malasanità abbia avuto un ruolo nelle conseguenze subite da te o da un tuo caro, non esitare a chiedere aiuto. CHIARINI Studio Legale è qui per offrirti il supporto necessario. Compila il form presente nella pagina dei contatti per una valutazione preliminare del tuo caso: saremo al tuo fianco per difendere i tuoi diritti.

§ 3. Analisi medico legale: gli errori medici che hanno portato al decesso

Il caso del sig. Luciano evidenzia gravi errori medici e una gestione superficiale del trattamento post-operatorio, che hanno avuto purtroppo un ruolo centrale nel determinare il tragico esito finale. I consulenti tecnici nominati dal Tribunale di Cagliari hanno sottolineato diversi profili di responsabilità medica da parte della struttura sanitaria e del personale coinvolto.

§ 3.1 Errori diagnostici nella gestione delle complicazioni

Uno degli errori più gravi riguarda la diagnosi tardiva delle complicazioni post-operatorie. Dopo il primo intervento, i segnali di infezione, quali febbre e leucocitosi, accompagnati dalla fuoriuscita di materiale fecale nel drenaggio, avrebbero dovuto essere interpretati come indici di una complicanza grave, come una perforazione o una deiscenza dell’anastomosi. Purtroppo, queste indicazioni sono state sottovalutate, ritardando l’intervento di correzione e aggravando così la condizione del paziente.

Inoltre, la creazione di un’anastomosi ileo-colica non è stata gestita adeguatamente. La deiscenza dell’anastomosi ha condotto alla peritonite stercoracea, condizione che avrebbe potuto essere evitata con una pianificazione chirurgica più attenta e con un monitoraggio più rigoroso del decorso post-operatorio.

§ 3.2 Lesioni iatrogene e inadeguata gestione della via biliare

Un altro errore significativo è stato il mancato riconoscimento di una lesione iatrogena alla via biliare principale. Il posizionamento del tubo di Kehr suggerisce che vi sia stata una complicazione non adeguatamente documentata e gestita durante uno degli interventi precedenti. La lesione della via biliare ha contribuito all’insorgenza di ittero e epatocolangite, complicanze che hanno ulteriormente peggiorato lo stato di salute del sig. Luciano, portandolo infine al decesso.

§ 3.3 Conclusione dei consulenti tecnici

I consulenti tecnici hanno concluso che la gestione delle condizioni del sig. Luciano è stata caratterizzata da gravi negligenze, tra cui una diagnosi tardiva delle complicazioni, decisioni chirurgiche discutibili e un insufficiente monitoraggio post-operatorio. Questi errori hanno contribuito in modo diretto e sostanziale alla sofferenza e alla morte del paziente. La responsabilità della struttura sanitaria è stata dunque riconosciuta in maniera chiara e definitiva, come il risultato di grave negligenza in ambito di malpractice medica.

§ 4. La condanna della struttura sanitaria: l’iter legale

Dopo il decesso del sig. Luciano, i suoi familiari, devastati dal dolore, si sono rivolti al nostro studio legale, con consolidata esperienza nel settore della responsabilità medica e del risarcimento danni, al fine di ottenere giustizia. È stato avviato un procedimento civile davanti al Tribunale di Cagliari per accertare la responsabilità della struttura sanitaria.

Durante il giudizio, preceduto dalla fase di Accertamento Tecnico Preventivo (ATP), sono stati prodotti numerosi documenti, tra cui le relazioni dei consulenti tecnici di parte e le consulenze tecniche d’ufficio, che hanno evidenziato le gravi negligenze della struttura. Il Tribunale ha accolto integralmente le richieste dei familiari del sig. Luciano, riconoscendo la responsabilità contrattuale della struttura sanitaria ai sensi dell’art. 1218 c.c., per non aver garantito la corretta esecuzione delle prestazioni mediche.

L’ordinanza conclusiva ha condannato la struttura sanitaria a un risarcimento di oltre 1.100.000 euro in favore dei familiari del sig. Luciano, una somma destinata a compensare sia i danni patrimoniali che i danni non patrimoniali. Questa decisione rappresenta un importante riconoscimento della responsabilità della struttura e un atto di giustizia per il lungo calvario sofferto dal paziente e dai suoi cari.

§ 5. Un caso di malasanità può colpire chiunque: l’importanza di rivolgersi a professionisti esperti

La vicenda del sig. Luciano è un esempio doloroso ma significativo di come una patologia trattabile possa degenerare a causa di errori medici e negligenze. Quando l’assistenza sanitaria non viene prestata con la dovuta attenzione e competenza, anche le condizioni apparentemente più semplici possono evolvere in tragedie. Se correttamente gestita, l’occlusione intestinale non avrebbe dovuto condurre a complicazioni letali e, di conseguenza, alla perdita di una vita preziosa. Questo caso mette in luce l’importanza di un’adeguata diagnosi e gestione terapeutica e sottolinea come la negligenza medica possa avere conseguenze devastanti.

Questa storia non evidenzia soltanto le gravi mancanze che possono verificarsi in ambito sanitario, ma fa anche comprendere l’importanza di affidarsi a professionisti legali esperti per ottenere giustizia. In casi di malasanità, è fondamentale che le vittime e i loro familiari possano contare su un supporto legale qualificato per far emergere la verità e ottenere il giusto risarcimento.

Se tu o un tuo caro avete subito danni a causa di errori medici o ritardi nelle cure, è fondamentale agire tempestivamente per far valere i vostri diritti. Affidarsi a professionisti esperti in responsabilità medica può fare la differenza per ottenere il risarcimento che vi spetta e per affrontare con maggiore serenità un percorso giuridico spesso complesso. In questi casi, ogni dettaglio conta e avere un supporto legale qualificato permette di garantire che la vostra voce sia ascoltata e che venga fatta giustizia.

Qui puoi visionare il provvedimento di condanna

Il nostro obbligo, quando le cose vanno male, è duplice: intensificare l’impegno a prendersi cura del paziente danneggiato e cambiare i nostri sistemi per prevenire futuri errori.

When things go wrong. Responding to adverse events