Ultimo Aggiornamento 20 Maggio 2024
Prevenzione, riconoscimento e intervento tempestivo nella gestione dello shock anafilattico causato da farmaci
Questo articolo esplora la complessa questione della responsabilità sanitaria in situazioni di shock anafilattico causato dalla somministrazione di farmaci.
Mentre non vi è dubbio che la somministrazione di un farmaco sbagliato possa fondare una ipotesi di responsabilità sanitaria (come evidenziato dal nostro caso di malasanità a Siena), cosa accade, invece, quando viene prescritto e somministrato il farmaco “giusto” per la patologia del paziente, ma questo riporta seri danni, o addirittura muore, a causa di uno shock anafilattico scatenato da quel farmaco?
E’ possibile che anche in questo caso, cioè quando quando il farmaco è corretto ma causa una violenta reazione anafilattica, possa configurarsi una responsabilità a carico dei sanitari che hanno prescritto e somministrato quel farmaco?
Proviamo a scoprirlo in questo articolo.
INDICE SOMMARIO
- § 1. Shock anafilattico e allergie: in cosa differiscono
- § 2. Le cause dello shock anafilattico: i principali allergeni
- § 3. I sintomi delle reazioni anafilattiche
- § 4. Shock anafilattico: terapia d’emergenza
- § 5. Shock anafilattico e ipersensibilità ai farmaci
- § 6. Shock anafilattico da somministrazione di farmaci e responsabilità sanitaria
- § 7. Conclusioni
§ 1. Shock anafilattico e allergie: in cosa differiscono
L’allergia è una condizione comune ad una buona fetta della popolazione (circa il 15%) e si manifesta quando il sistema immunitario (il sistema di difesa naturale del corpo) riconosce come estranea una sostanza (allergene) normalmente innocua, come se fosse un agente aggressivo da cui difendersi, scatenando una reazione (la produzione di anticorpi IgE), che generalmente si manifesta con rinite, prurito alla lingua e al palato, orticaria, angioedema (rigonfiamento sottocutaneo), dispnea, alterazione della voce, edema della glottide, vomito, diarrea, ipotensione, tachicardia, aritmia e, nei casi più gravi, shock anafilattico.
Lo shock anafilattico (o anafilassi) rappresenta, dunque, l’evenienza più grave dell’allergia.
E’ una sindrome clinica grave, reversibile o – in alcuni casi – irreversibile, causata dalla esposizione ad allergeni, in soggetti già precedentemente sensibilizzati alla stessa sostanza. Insorge improvvisamente (da pochi minuti a qualche ora dal contatto con l’allergene) e rappresenta una minaccia per la vita del paziente.
§ 2. Le cause dello shock anafilattico: i principali allergeni
Le principali cause dello shock anafilattico sono:
- il veleno di calabrone – ape – vespa (imenotteri);
- l’ingestione di alcuni alimenti, quali latte, uova, pesce, crostacei, frutta secca;
- la somministrazione di farmaci, quali antibiotici, penicilline, fans, sostanze per anestesie e mezzi di contrasto.
Anche la somministrazione di un farmaco, dunque, può causare una reazione anafilattica ed in questi casi sono necessari interventi di emergenza rapidi ed appropriati per evitare che il paziente subisca danni o, peggio, muoia.
Hai bisogno di supporto per un caso di shock anafilattico da farmaci?
§ 3. I sintomi delle reazioni anafilattiche
Le caratteristiche dello shock anafilattico rispetto alle semplici allergie sono: l’esordio acuto della reazione (da pochi minuti a qualche ora dal contatto con l’allergene) ed il coinvolgimento di una pluralità di apparati: cute, mucose, apparato respiratorio, apparato cardiovascolare e apparato digestivo sono quelli più colpiti, singolarmente o – più spesso – in associazione.
I sintomi più frequenti delle reazioni anafilattiche sono formicolio e senso di calore al capo e a mani e piedi, accompagnati da orticaria, prurito, gonfiore di labbra-lingua-ugola, seguiti da compromissioni del sistema respiratorio e cardiovascolare (blocco della respirazione e arresto cardiaco).
In caso di segni di shock anafilattico, la prima cosa da fare, senza perdere tempo, è chiedere assistenza medica, chiamando il 118 o recandosi al Pronto Soccorso.
§ 4. Shock anafilattico: terapia d’emergenza
Lo shock anafilattico è un’emergenza che richiede un intervento medico rapidissimo, perché qualsiasi ritardo nel trattamento può comportare danni irreversibili, sino alla morte.
Fondamentale è, dunque, riconoscerne i sintomi attraverso una corretta diagnosi.
La terapia immediata, valida per tutti, inclusi i bambini, è la somministrazione di adrenalina; mentre la terapia successiva consiste nell’uso di farmaci, quali antistaminici, cortisonici, broncodilatatori.
In caso di ostruzione delle vie aeree superiori si deve tentare l’intubazione; mentre, in caso di conseguenze cardiovascolari può rivelarsi necessaria la rianimazione cardiopolmonare.
§ 5. Shock anafilattico e ipersensibilità ai farmaci
Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le Reazioni Avverse ai Farmaci (RAF o ADR, dall’inglese Adverse Drug Reaction) sono rappresentate da ogni risposta indesiderata che segue alla corretta somministrazione di un farmaco.
Le Reazioni Avverse ai Farmaci sono prevedibili quando sono correlate all’azione farmacologica rispetto a soggetti “normali”; si considerano, invece, imprevedibili quando sono correlate all’azione farmacologica in rapporto con la risposta individuale di soggetti “predisposti”.
Lo shock anafilattico rappresenta senz’altro una delle più temibili reazioni avverse ai farmaci e rientra tra le reazioni immediate di ipersensibilità ai farmaci; si manifesta entro un’ora dall’assunzione e richiede interventi di emergenza.
§ 6. Shock anafilattico da somministrazione di farmaci e responsabilità sanitaria
Ipotizziamo che un medico prescriva ad un paziente un medicinale pur sapendo (o potendo sapere, in quanto il dato era annotato nella cartella clinica) che il paziente è allergico al principio attivo in esso contenuto; o che sottovaluti una reazione allergica manifestatasi in occasione di una prima somministrazione del farmaco, procedendo poi a somministrare la seconda dose senza un adeguato monitoraggio del paziente; oppure, ancora, che intervenga in ritardo e/o in modo inappropriato nel momento in cui sia evidente che il paziente è in shock anafilattico (ad esempio non somministrando i necessari farmaci adrenalinici).
In tutti questi casi, è senz’altro possibile parlare di responsabilità sanitaria e chiedere quindi che vengano risarciti al paziente (o ai suoi eredi, in caso di morte) tutti i danni subìti a causa della Reazione Avversa al Farmaco.
Ogni caso va ovviamente valutato nelle sue specificità, per cui è sempre necessaria una attenta ricostruzione dei fatti ed un approfondito esame della documentazione clinica per poter affermare se vi siano o meno i presupposti per ipotizzare una responsabilità professionale medica a carico degli operatori sanitari intervenuti.
§ 7. Conclusioni
Non solo in caso di somministrazione di farmaci “sbagliati”, ma anche in caso di somministrazione di farmaci astrattamente “corretti” per la patologia del paziente è possibile che si configuri una ipotesi di responsabilità sanitaria.
Questo accade, in particolare, qualora i sanitari non abbiano svolto una anamnesi accurata (dalla quale possono emergere anche eventuali allergie) oppure abbiano sottovalutato precedenti episodi di reazioni allergiche, abbiano omesso di attuare un idoneo monitoraggio delle condizioni del paziente successivamente alla somministrazione o, ancora, abbiano diagnosticato e trattato tardivamente i sintomi dello shock anafilattico.
La prescrizione e somministrazione di farmaci configura, dunque, una prestazione sanitaria estremamente delicata e complessa.
Più precisamente: la prescrizione farmacologica è tipicamente un atto medico, mentre la somministrazione è compito che negli ospedali viene solitamente affidato agli infermieri (i quali devono peraltro tener presente che si tratta di “atto non meccanicistico, ma collaborativo con il personale medico, orientato in termini critici, al fine non di sindacare l’operato del medico bensì per richiamarne l’attenzione su errori percepiti ovvero per condividere gli eventuali dubbi circa la congruità o la pertinenza della terapia stabilita“; cfr. Cass. pen., Sez. IV, 13/05/2019, n. 20270).
In ogni caso, anche per queste ragioni, non si dovrebbe mai ricorrere all’autoprescrizione o all’assunzione di farmaci consigliati da un amico…
«L’ultima volta che sono andato dal dottore mi ha dato tante medicine che, una volta guarito, sono stato male per un mese intero.»
(Groucho Marx)