Danni da parto

Danni da parto, quali sono e come chiedere il risarcimento malasanità

Ultimo Aggiornamento 3 Ottobre 2024

I danni da parto sono un tema delicato e complesso che può sconvolgere quello che dovrebbe essere uno dei momenti più belli per una coppia: la nascita di un figlio. 

Purtroppo, nonostante i progressi della medicina, si verificano ancora casi in cui errori o negligenze durante il travaglio o il parto causano gravi conseguenze per il neonato.

In questo articolo approfondiremo cosa sono i danni da parto, le loro possibili cause e come ottenere un giusto risarcimento quando sono dovuti a errori medici.

Cosa sono i danni da parto

I danni da parto sono lesioni che si verificano durante il travaglio o al momento del parto, causando traumi o privazione di ossigeno al nascituro. Queste lesioni possono avere conseguenze gravi e permanenti, come danni cerebrali, e nei casi più estremi portare alla morte del feto o del neonato.

L’ipossia perinatale e l’asfissia perinatale, ovvero la mancanza di ossigeno al feto durante il parto, sono responsabili di quasi un terzo di tutti i decessi neonatali. Anche quando il bambino sopravvive, un’insufficienza di ossigeno prolungata può causare danni cerebrali permanenti.

I danni da parto nel nostro paese stanno fortunatamente diminuendo.  Secondo uno degli ultimi rapporti MedMal di Marsh, rappresentano il 3,4% degli eventi di malpractice, ma assorbono una buona parte delle spese per i risarcimenti (il 13%) perché i danni denunciati sono di un certo rilievo.

I traumi da parto sono più frequenti in caso di macrosomia fetale (quando il feto è più grande del normale) o di parto podalico, specialmente se si tratta del primo figlio (primipara). Tra le conseguenze più comuni dei danni da parto troviamo:

Quali sono i danni da parto più ricorrenti

I danni da parto possono manifestarsi in diverse forme, con diversi gradi di gravità. Ecco una panoramica dei traumi e delle lesioni più significative:

Ipossia e asfissia perinatale

  • Ipossia fetale: si verifica quando il feto non riceve un apporto sufficiente di ossigeno. Può essere conseguenza dell’asfissia perinatale e, se prolungata, può causare lesioni gravi o addirittura la morte del feto.
  • Asfissia perinatale: è una riduzione del flusso sanguigno o dell’ossigenazione del neonato, che può verificarsi prima, durante o subito dopo il parto. Può essere causata da distacco di placenta, anomalie fetali o gravi malattie materne. I neonati con asfissia richiedono rianimazione immediata. L’asfissia può portare a encefalopatia ipossico-ischemica (EII) e paralisi cerebrale.

Emorragie e lesioni intracraniche

  • Emorragia sottogaleale: è caratterizzata da una massa fluttuante su tutto il cuoio capelluto, compresi i lati della testa. Si manifesta nelle prime ore dopo la nascita e può causare sanguinamento e shock emorragico.
  • Cefaloematoma: è un sanguinamento sotto il periostio (la membrana che ricopre le ossa del cranio). In alcuni casi può essere associato a una frattura lineare dell’osso sottostante.
  • Emorragie endocraniche: sono molto frequenti nei neonati prematuri (circa il 25% dei prematuri sotto i 1500 g). Possono essere causate da ipossia-ischemia, variazioni della pressione arteriosa e pressioni anomale sulla testa durante il travaglio. Nei casi gravi può essere necessario un intervento neurochirurgico.
  • Ematoma subdurale: è un sanguinamento tra la testa e la dura madre. È raro, ma può insorgere in seguito a una frattura del cranio o un cefaloematoma. Se individuato e trattato tempestivamente, gli esiti neurologici sono solitamente buoni.
  • Emorragia intraventricolare e intracerebrale: sono le emorragie più gravi. Insorgono entro i primi tre giorni di vita, soprattutto nei nati prematuri. L’ipossia-ischemia spesso le precede. La maggior parte non presenta sintomi, ma quelle gravi possono causare collasso improvviso, cianosi e apnea. In caso di emorragia grave la prognosi è spesso infausta, con possibili deficit neurologici e idrocefalo nei sopravvissuti.
  • Emorragia subaracnoidea: è la più diffusa, caratterizzata da sanguinamento tra aracnoide e pia madre. La prognosi di solito è buona, ma in caso di emorragia estesa può verificarsi idrocefalo comunicante.
  • Emorragia subdurale: si verifica tra dura e pia madre. Piccole emorragie subdurali sono frequenti anche nei neonati a termine e solitamente benigne. Quelle più gravi si vedono in neonati più grandi, primipare o dopo parti molto difficili.

Lesioni neurologiche e muscolari

  • Lesione del nervo facciale: è la più comune, può essere causata da un uso errato del forcipe o da compressione del nervo in utero.
  • Lesione del plesso brachiale: può derivare da distocia della spalla o parto podalico. Può coinvolgere i muscoli della spalla e del gomito (plesso superiore), dell’avambraccio e della mano (plesso inferiore) o l’intero plesso. La paralisi di Erb è la lesione più frequente.

Fratture e lesioni dei tessuti molli

  • Fratture: la più comune è quella della clavicola, solitamente causata da distocia della spalla. Possono verificarsi anche fratture di omero e femore, ma guariscono generalmente senza complicanze.
  • Lesioni dei tessuti molli: qualsiasi tessuto molle può subire lesioni durante il parto, che si manifestano come ecchimosi o edemi, solitamente non gravi.

È importante sottolineare che, sebbene alcuni di questi danni possano risolversi spontaneamente, altri possono avere conseguenze a lungo termine o permanenti sulla salute e lo sviluppo del bambino. Per questo è fondamentale un monitoraggio attento durante il parto e un intervento tempestivo in caso di complicanze.

Malasanità in sala parto: quali sono le cause dei danni da parto

Tutti questi traumi e lesioni che abbiamo elencato possono essere frutto di errori da parte di medici od operatori sanitari. In questi casi siamo di fronte ad autentici casi di malasanità, per i quali gli operatori sono perseguibili e per cui si possono chiedere risarcimenti, a seconda del danno e delle conseguenze sul nascituro (lesioni lievi, gravi o morte del feto).

Tre le cause principali che possono portare a danni da parto dovuti a malpractice, troviamo:

  • Utilizzo scorretto di strumenti come forcipe o ventosa al momento del parto;
  • Incapacità di diagnosticare o evitare un parto prematuro;
  • Parto cesareo d’urgenza svolto in ritardo;
  • Incapacità di individuare una sofferenza del feto (ad esempio con il corretto monitoraggio del tracciato cardiotocografico);
  • Terapie errate;
  • Ignorare o non trattare in modo adeguato le complicanze del travaglio;
  • Incapacità di intercettare un feto più grande del normale che può dar luogo a parti difficoltosi.

Come si possono prevenire i danni da parto

Oltre ad eseguire tutte le manovre nel modo più corretto possibile, secondo le linee guida di riferimento, e oltre a mantenere un’adeguata sterilizzazione degli ambienti, degli strumenti e degli indumenti utilizzati, ci sono anche altri accorgimenti che potrebbero aiutare ad evitare i danni da parto.

A raccoglierli, qualche anno fa, è stato il congresso dei ginecologi italiani, tenutosi a Napoli, che ha approvato una serie di raccomandazioni per l’appropriatezza per il parto. E che possiamo riassumere in cinque punti:

  1. Non clampare (tagliare) il cordone ombelicale subito, ma attendere almeno 60 secondi;
  2. Non eseguire l’episiotomia se non è strettamente necessaria;
  3. Non indurre il travaglio prima della 39ª settimana;
  4. Non eseguire il cesareo di routine;
  5. Non obbligare al digiuno la partoriente durante il travaglio.

Ne abbiamo parlato in modo dettagliato nell’articolo in un nostro precedente approfondimento: 5 regole più una, per un parto sicuro.

Hai subito danni da parto e vuoi sapere come chiedere un risarcimento?

I danni da parto possono avere conseguenze gravi e durature. Scopri quali sono i tuoi diritti e come procedere per ottenere il risarcimento in caso di malasanità. Il nostro studio legale è qui per offrirti il supporto necessario e guidarti attraverso ogni fase del processo.

Malasanità da parto: fenomeno in calo ma ancora preoccupante

Secondo un recente report “Baby Case” di AmTrust (compagnia assicurativa molto attiva in ambito sanitario), in Italia i sinistri che riguardano i neonati sono dimezzati negli ultimi quattro anni. Lo studio ha preso in considerazione 1200 casi denunciati tra il 2010 e il 2020 in 138 ospedali pubblici e 32 strutture private assicurati da AmTrust, distribuiti sul territorio nazionale. Nel 2020 sono stati denunciati “solo” 54 casi, a fronte dei 157 sinistri rilevati 5 anni prima.

Il dato più interessante è forse quello della data della denuncia, che nella maggior parte dei casi non scatta nell’anno della nascita, ma qualche anno dopo. Questo può essere spiegato dal fatto che i danni al bambino o alla bambina non vengono diagnosticati o intercettati subito, ma si manifestano più avanti, quando diventa difficile proseguire nelle normali tappe dello sviluppo.

Il 57% dei sinistri viene in effetti denunciato nei 6 anni successivi alla data dell’evento. Due i principali picchi di denuncia: dopo 4-5 anni e dopo i 9-10 anni, per i casi più complessi.

Per quanto riguarda le strutture più coinvolte nei sinistri in sala parto, al primo posto si trovano i policlinici universitari, anche se dal 2018 si registra una diminuzione, poi seguono le Asl e le aziende ospedaliere che svolgono attività a bassa complessità. Le meno coinvolte sono le strutture di secondo livello, che si dedicano ad attività ad alta complessità.

Interessante anche la distribuzione geografica: le regioni del nord sono le più virtuose, mentre quelle più coinvolte nei baby case sembrano essere quelle del Centro Italia.

Scegliere la struttura più idonea dove partorire non è facile. In Italia i cittadini sono liberi di decidere dove farsi curare o dove partorire, anche se possono farlo entro certi limiti secondo i tetti e gli incentivi che le singole Regioni assegnano agli ospedali.

Richiesta risarcimento per danno da parto

Come abbiamo visto, i danni da parto possono essere causati da diversi fattori. In alcune situazioni, possono essere conseguenze di malpractice o di errore.

Nel momento in cui il danno è quindi di tipo iatrogeno (causato cioè da un’azione del medico o di altri operatori sanitari) siamo nell’ambito della responsabilità sanitaria.

In questi casi, la famiglia può intraprendere un’azione legale per ottenere il risarcimento dei danni subiti dal neonato e dai congiunti.

Il risarcimento del danno non patrimoniale al neonato

Il danno non patrimoniale subito dal neonato consiste principalmente nel danno biologico, ovvero la lesione della sua integrità psicofisica. In caso di danni da parto, questo è spesso di elevatissima entità e può comportare deficit motori, cognitivi, neurologici permanenti.

A questo si aggiunge il danno morale, ovvero la sofferenza interiore che il bambino dovrà sopportare per tutta la vita a causa delle sue condizioni.

Il risarcimento del danno patrimoniale al neonato

Il danno patrimoniale subito dal neonato include tutte le spese mediche e assistenziali che dovrà sostenere nel corso della sua vita a causa delle lesioni subite: interventi chirurgici, terapie riabilitative, ausili, medicinali, assistenza continua.

Se le lesioni sono tali da impedirgli di lavorare in futuro, avrà diritto anche al risarcimento del danno da lucro cessante, calcolato sulla base del reddito presumibile che avrebbe percepito in assenza dell’evento dannoso.

Il risarcimento dei danni da parto che spetta alla famiglia

I genitori e gli altri stretti congiunti del neonato hanno diritto al risarcimento del danno non patrimoniale per la lesione del rapporto parentale, ovvero per la perdita della possibilità di godere di un sereno e normale legame familiare a causa delle condizioni del bambino.

Possono inoltre richiedere il risarcimento dei danni patrimoniali legati alle spese sostenute per l’assistenza al neonato: ad esempio, le spese per ristrutturare l’abitazione eliminando le barriere architettoniche, per acquistare ausili e apparecchiature, per l’assistenza domiciliare.

In alcuni casi, i familiari possono subire essi stessi un danno biologico e morale, sotto forma di patologie stress-correlate causate dall’evento traumatico, e devono essere risarciti per questo.

L’importanza di affidarsi a professionisti specializzati

Data la complessità di queste situazioni, è fondamentale affidarsi a professionisti specializzati nella gestione dei casi di malasanità e di danni da parto, come CHIARINI | Studio Legale.

Valuteremo il vostro caso in modo approfondito, con l’ausilio di un team multidisciplinare di medici legali e specialisti, in conformità alle prescrizioni del Codice di Deontologia Medica (art. 62) e della legge Gelli-Bianco (art. 15 l. n. 24/2017), per quantificare in modo accurato tutti i danni subiti dal neonato e dalla famiglia e per impostare la strategia più efficace per ottenere il giusto risarcimento.